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GLI SCENARI DELLO SCONTRO SULLA LEGGE 49
La relazione annuale di Busìa martedì ultima occasione di dialogo con il governo. Se le regole ANAC confermeranno la posizione presa nella Nota alla cabina di regìa sugli appalti, dovranno essere applicate dalle stazioni appaltanti per le gare sopra soglia UE, ma il rischio maggiore per i professionisti è una disapplicazione generalizzata della legge 49 nel settore pubblico. In attesa di una norma legislativa interpretativa, invocata da tutti per decreto legge o correttivo al codice, l’unica strada per le categorie professionali sarebbe il ricorso contro la delibera ANAC – di Giorgio Santilli
APPALTI
E’ questa la richiesta del presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, che, nella sua relazione all’assemblea nazionale, passa in rassegna i temi caldi del settore. Tra questi, c’è il macigno di 2,5 miliardi dei debiti della Pa nei confronti delle imprese cooperative. Imprese in affanno e messe a dura prova dal mix di rincari dell’energia e delle materie prime, il mismatch sul mercato del lavoro e la contrazione della domanda interna
IN ATTESA DEL PNIEC FINALE
Secondo il rapporto “Roadmap to 2030: Scenari e indicazioni di policy alla luce dei nuovi target di decarbonizzazione” di Engie e Politecnico di Milano, occorre raddoppiare il peso delle rinnovabili nel mix energetico per toccare l’obiettivo a fine decennio. Ma l’intera filiera, dal fotovoltaico all’idrogeno, è ancora troppo poco sviluppata e neppure le prospettive disegnate dall’Osservatorio FER dell’Associazione Nazionale Imprese dell’Elettrotecnica e elettronica con i dati di Terna fanno ben sperare. I 9 GW annui di installazioni rinnovabili non sono dietro l’angolo – di Mauro Giansante
IL MINISTRO IN PARLAMENTO
Il ministro fermerà gli emendamenti contenenti deroghe (con possibili eccezioni limitate per aree terremotate e alluvionate, barriere architettoniche e terzo settore) e presenterà lui una modifica al decreto legge per imporre l’obbligo di spalmatura dei bonus su un decennio anziché su quattro o cinque anni. L’obiettivo è arginare l’effetto sui conti pubblici che paragona alla “valanga del Vajont”. La preoccupazione dei costruttori: la retroattività sarebbe devastante – di Giusy Iorlano
SICUREZZA SUL LAVORO
Dopo l’ennesima tragedia sul lavoro lunedì a Casteldaccia in Sicilia, il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha incontrato le parti sociali. Al centro della riunione, la stesura dei decreti attuativi delle nuove norme in materia di Patente a crediti, previste dalla legge 56, pubblicata a fine aprile sulla Gazzetta Ufficiale. L’impegno è quello di accelerare attraverso un confronto con le categorie interessate soprattutto per quello che riguarda l’estensione della norma ad altri ambiti di attività. Ma i sindacati chiedono una trattativa vera a Palazzo Chigi – di Red. Diar.
SUL DIARIO IL TESTO DEL DECRETO MIT 203 DEL 6 GIUGNO
Soltanto nove le proposte localizzate nel Mezzogiorno per una quota sul totale del 18,6%. Pesa la carenza progettuale e soprattutto la mancanza di progetti pronti, requisito fondamentale per scalare la graduatoria e completare gli interventi entro il giugno 2026. La conferma arriva anche dal fatto che fra le decine di opere non ammesse al finanziamento la stragrande maggioranza sono localizzate ancora al Nord. Comprendendo anche la prima tranche di finanziamenti per 900 milioni assegnati con il PNRR si riduce dal 40,4% al 29% la quota Sud – di Giorgio Santilli
L'ORDINANZA DEL TAR LAZIO
Se le norme sugli appalti pubblici si applicassero soltanto nei casi in cui l’attività affidata dalla società fosse strettamente correlata a quella del core business rientrante nei settori speciali e non anche alle sue attività “estranee”, ci sarebbe il serio rischio – afferma il Tribunale amministrativo di Roma nel rimettere la questione alla Corte di giustizia – di una indebita e pericolosa sottrazione dall’applicazione della normativa in materia di appalti pubblici e alle regole della concorrenza – di Gabriella Sparano
PRESENTATA INDAGINE CONOSCITIVA
Il 40% delle amministrazioni ha risposto alla domanda dell’associazione di non aver speso alcuna somma per l’attività di formazione e professionalizzazione dei propri dipendenti. Il 78% delle PA che dichiarano di aver investito nel triennio 2021-2023 ha speso nell’ultimo anno meno di 5.000 euro totali. Per quanto riguarda il Piano nazionale della formazione finanziato con 1.8 milioni dal PNRR (erano 2 in origine) hanno ricevuto un attestato in 7.700 su 159.623 RUP attivi. Nel 2024 privilegiate cento borse di studi per Master a dirigenti e funzionari in dieci Università – di Giorgio Santilli