Quanto vale il mondo delle utilities in Italia o, almeno, la fascia alta delle aziende? E qual è il contributo del settore allo sviluppo del Paese? Una risposta articolata prova a darla il Rapporto della Fondazione Utilitatis che ha esaminato un campione di 89 aziende appartenenti al mondo Utilitalia, la federazione delle imprese di servizio di acqua, ambiente ed energia. Il dato più interessante è quello degli investimenti che nel 2022 sono ammontati a 6,2 miliardi di euro di cui 1,8 andati alle tre sfide-chiave per il futuro: decarbonizzazione (832 milioni), economia circolare (514 milioni) e digitalizzazione (421 milioni). Sono tutti valori in forte crescita, gli investimenti totali hanno fatto +35% rispetto al 2021. I ricavi ammontano a 66,7 miliardi, gli utili netti a 1,7 miliardi, i dipendenti sono 82mila. Il valore aggiunto annuale distribuito agli stakeholder è di 12,7 miliardi cui si sommano ulteriori 33,7 miliardi di spesa verso i fornitori (il 65% sono locali). Nel campione sono presenti le grandi aziende multiutilities come A2A, Acea, Hera, Iren ma anche aziende importanti nel settore idrico (Mm, Publiacqua, HydroGea per esempio), nel settore ambiente e rifiuti (Aseco, Alea Ambiente, Segen, Ama Roma) e nel settore energetico (Acos, Estra, Dolomiti, Secab).
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