Si stringono i tempi per il rinnovo dei vertici in scadenza delle società controllate dallo Stato. Con l’avvicinarsi delle assemblee degli azionisti, i giochi entrano nel vivo e, dopo la tornata di nomine dello scorso anno con le nomine dei board delle partecipate pubbliche quotate, il Governo Meloni affronta questo nuovo dossier. Il numero delle poltrone da rinnovare basta da solo per indicare la portata della posta di gioco nella nuova mappa del potere economico in mano pubblica: tra consigli di amministrazione e collegi sindacali, le nomine sfiorano quota 700. In cima alla lista, ci sono le big controllate direttamente dal Mef, come Ferrovie dello Stato e Cassa Depositi e Prestiti, i due grandi motori della macchina del PNRR, i cui vertici erano stati scelti nel 2021 dal Governo Draghi.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Accedi per continuare nella lettura.