Sono ben 560 i progetti presentati dalle Regioni al ministero delle Infrastrutture come candidati al finanziamento e alla graduatoria del Piano nazionale di infrastrutture per la sicurezza del sistema idrico (PNISSI). Il grande successo del Piano è confermato dal fatto che la metà delle proposte sono relative a opere che agiscono sulla rete idrica a uso potabile e quindi tipiche del Sistema idrico integrato, ma l’altra metà riguarda invece infrastrutture dedicate a obiettivi che il SII non riesce a cogliere, a partire dalle infrastrutture per l’approvvigionamento, anche da fonti non convenzionali, per usi civile, irriguo e industriale e continuando con le opere di bonifica e di difesa idraulica, dalle reti a uso misto alle infrastrutture per la produzione idroelettrica. Tutte tipologie che dovrebbero contribuire, di pari passo con la recente svolta della regolazione di ARERA (si veda qui l’articolo), ad accrescere la resilienza delle risorse idriche e a costruire una politica idrica di contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici e alla siccità.
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