LA SCADENZA DEL PNIISSI

Grande successo del Piano per la sicurezza idrica, presentati 560 progetti dalle Regioni. Ora parte la valutazione

La metà delle proposte arrivate al Ministero delle Infrastrutture riguardano reti idriche a uso potabile nell’ambito del Servizio idrico integrato, anche con riferimento all’obiettivo prioritario del recupero delle perdite. Ma l’altra metà riguarda ambiti e obiettivi che sfuggono al SII, dall’approvvigionamento alla grande adduzione, dalle grandi dighe multi-obiettivo alle infrastrutture per la produzione idroelettrica. Ora il MIT darà uno score alle singole proposte tenendo conto anche delle analisi costi-benefici e di sostenibilità allegate alle schede progettuali – di Giorgio Santilli

Sono ben 560 i progetti presentati dalle Regioni al ministero delle Infrastrutture come candidati al finanziamento e alla graduatoria del Piano nazionale di infrastrutture per la sicurezza del sistema idrico (PNISSI). Il grande successo del Piano è confermato dal fatto che la metà delle proposte sono relative a opere che agiscono sulla rete idrica a uso potabile e quindi tipiche del Sistema idrico integrato, ma l’altra metà riguarda invece infrastrutture dedicate a obiettivi che il SII non riesce a cogliere, a partire dalle infrastrutture per l’approvvigionamento, anche da fonti non convenzionali, per usi civile, irriguo e industriale e continuando con le opere di bonifica e di difesa idraulica, dalle reti a uso misto alle infrastrutture per la produzione idroelettrica. Tutte tipologie che dovrebbero contribuire, di pari passo con la recente svolta della regolazione di ARERA (si veda qui l’articolo), ad accrescere la resilienza delle risorse idriche e a costruire una politica idrica di contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici e alla siccità.

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