IL CONVEGNO DI ANEA SUGLI ENTI DI GOVERNO DI AMBITO

Acqua, ora va affrontato il nodo EGA per rafforzare la regolazione di ARERA e lanciare la nuova pianificazione

In questi ultimi anni svolto un lavoro prezioso e silenzioso di braccio operativo di ARERA sul territorio, di pianificazione per il PNRR e per i piani nazionali, di mediazione politica e amministrativa. Presentata una ricerca del REF e una proposta della presidente di ANEA Abbondanzieri sulle prospettive future: oggi servono risorse umane, una riflessione sulla dimensione ottimale degli ambiti, “occorre superare incompiutezza e ambiguità”. Besseghini: oggi gli EGA sono fondamentali per la regolazione multilivello guidata da ARERA, ma seguendo un fil rouge nazionale – di Giorgio Santilli

Sono mostri a tre teste gli Enti di governo di ambito (EGA) che sul territorio fanno per il Servizio idrico integrato al tempo stesso il lavoro di regolatori, pianificatori e controllori dei gestori grandi e piccoli. Pur con il sovraccarico di compiti stratificatisi via via nel tempo senza una legislazione chiara e senza risorse adeguate e portandosi dietro una certa dose di ambiguità funzionale, hanno operato silenziosamente ad articolare e anche rafforzare la regolazione dell’Autorità ARERA sul territorio, a far digerire le molte innovazioni (soprattutto tariffarie) alla politica locale, a fare da contraltare ai gestori. Illuminati proprio dalla collaborazione stretta con l’Autorità, hanno contribuito al grande salto del sistema acqua di questo ultimo decennio, che si è concretizzato anzitutto in termini di investimenti quintuplicati e che il Diario dei nuovi appalti ha ricordato in più occasioni (per tutti si legga questo articolo).

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L’ipotesi è valida in caso di interesse pubblico alla corretta gestione delle risorse collettive. Essa, pertanto, è sì espressione dell’esercizio di un potere discrezionale dell’amministrazione, ma deve essere sorretta da sopravvenuti motivi di pubblico interesse e mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell’adozione del provvedimento, o anche da nuova valutazione dell’interesse pubblico originario.
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Anche il criterio di selezione del contraente rientra tra le regole che, se fissate e comunicate agli operatori economici, autovincolano la stazione appaltante, che poi non può decidere di applicare, in corso d’opera, regole diverse, neppure se queste risultino più funzionali al perseguimento del risultato auspicato.
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