DOPO IL CDM

Utilitalia, Colarullo: “Dal DL sull’agrivoltaico un danno per l’Italia: meno pannelli, obiettivi PNIEC più lontani”

“Riteniamo che il Dl Agricoltura, col divieto dell’agrivoltaico a terra, sia un danno per l’Italia. Nessuno vuole una conversione selvaggia dei terreni agricoli, ma andrebbe fatto un ragionamento sulle aree agricole non più in produzione, che potrebbe essere conveniente convertire al fotovoltaico. Invece il divieto generalizzato non permette valutazioni economiche, non ha la flessibilità necessaria”.

A dirlo ieri è stato il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo. “Attendiamo ancora il decreto sulle aree idonee per le rinnovabili, e con questo provvedimento si riducono le potenziali aree di sviluppo. Vedremo quanti ne metteranno [di pannelli sollevati da terra, ndr], visto che sono più costosi di quelli a terra. Pensiamo che se ne installeranno meno, e questo metterà a rischio gli obiettivi di rinnovabili del PNIEC”. Per Colarullo, però, non è “in discussione l’obiettivo del governo di tutela dell’agricoltura” bensì “il percorso scelto, un divieto generalizzato, senza flessibilità per fare valutazioni economiche. Se il governo voleva difendere la destinazione agricola dei terreni, poteva pensare a incentivi per quegli agricoltori che vogliono convertire i loro fondi al fotovoltaico perché poco redditizi”.

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SETTORI IN CRISI
Molto positivo il primo incontro cui hanno partecipato numerose aziende e le principali associazioni di categoria, tra cui ANIR Confindustria, Angem e Confcooperative. Al termine dell’appuntamento il Presidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, ha dichiarato: “Il settore della ristorazione collettiva sta attraversando una crisi senza precedenti. Gli effetti della pandemia, seguiti dalle tensioni del conflitto russo-ucraino, hanno esacerbato le difficoltà economiche e operative delle nostre imprese”.