IL TAR REGGIO CALABRIA

Un’altra sentenza contro la legge 49 negli appalti: nel codice ci sono strumenti adeguati per eliminare compensi non equi

di Gabriella Sparano
Il subprocedimento di verifica dell’anomalia dell’offerta è la “sede in cui misurare l’incidenza in concreto del ribasso operato sulla componente del ‘compenso’ sulla serietà dell’offerta e, allo stesso tempo, sulle soglie ‘minime’ stabilite dalle pertinenti previsioni ministeriali”. Costituisce quindi anche “un presidio idoneo a scongiurare i rischi” paventati dai sostenitori della mancata tutela dei professionisti nell’ambito dei rapporti d’opera professionale in cui essi sono “contraenti deboli”.

In materia di equo compenso, fa scuola l’orientamento espresso dal TAR Salerno con la recente sentenza del 16 luglio 2024, n. 1494, commentata dal Diario nell’articolo Il Tar Salerno: il codice appalti garantisce concorrenza e un compenso corretto, la legge 49 non può derogarlo. Ad esso, infatti, si è richiamato, condividendolo ed approfondendolo ulteriormente, anche il TAR Reggio Calabria, con la sentenza del 25 luglio 2024, n. 483, dopo aver effettuato una rassegna piuttosto puntuale delle sentenze espressive dei due contrapposti orientamenti che si contendono la problematica: TAR Veneto 632/2024 e TAR Lazio 8580/2024 per la posizione favorevole all’applicazione della legge 49/2023 agli appalti pubblici; e appunto TAR Salerno 1494/2024 per la posizione opposta.

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