La pandemia è definitivamente un ricordo anche per le città. Ciò rappresenta allo stesso tempo un bene e un male, in termini di sostenibilità e transizione urbana. E’ positivo, infatti, perché ovviamente siamo tornati a vivere, ad essere cittadini attivi dopo l’incubo Covid-19, ma ancora con i mezzi e le abitudini pre-2020, quelle più ambientalmente (e non solo) dannose. I miglioramenti ci sono grazie a politiche europee, più che nazionali, fortemente improntate alla decarbonizzazione. Eppure il mandato della Commissione von der Leyen sta concludendosi con diversi passi indietro che preoccupano i tifosi della transizione green, anche in prospettiva di un quinquennio più dedicato ad altri temi quali la sicurezza, la difesa e la protezione delle frontiere comunitarie in relazione ai flussi migratori. Intanto gli ultimi report sul 2022 di ISTAT e Kyoto Club-CNR certificano, per l’Italia, un divario tra Nord (e Centro) e Sud sull’affermazione di una mobilità più sostenibile e condivisa.
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