A TRENTA ANNI DALLA LEGGE GALLI

Si riapre la partita dell’acqua: i gruppi industriali puntano a mangiarsi piccole concessioni e gestioni in economia

Un paper di Utilitalia ricorda come l’Italia sia ancora divisa in due: gestioni efficienti contro piccoli in-house che servono più di metà della popolazione. Oltre 1.500 comuni hanno almeno un servizio di acquedotto, fognatura o depurazione gestito in economia. La regolazione di ARERA ha prodotto un balzo del 227% degli investimenti in dieci anni: mentre le società quotate in borsa investono 60 euro per abitante, le gestioni dirette si fermano a 8. I grandi gruppi contano su una finestra concessa dalla Ue per allargare il perimetro “orizzontale” e “verticale” senza gare – di Giorgio Santilli

Sono passati trenta anni dalla legge Galli e sulla gestione delle risorse idriche restano problemi gravi che per certi versi si sono addirittura accentuati, primo fra tutti un forte divario fra due Italie: da una parte l’Italia delle gestioni idriche di tipo industriale; dall’altra l’Italia – soprattutto al Sud – in cui permangono una fortissima frammentazione gestionale e numerose gestioni in economia. I gruppi nati e cresciuti con fusioni e accorpamenti fra realtà aziendali solide (in genere pubbliche e originariamente in house, a volte con importanti partecipazioni private) macinano fatturati, utili e investimenti. Le micro-concessioni, legate quasi sempre a logiche di spartizione politica locale, resistono – lo  hanno fatto per un trentennio – al disegno riformatore senza passi avanti sul piano dell’efficienza.

In questi trenta anni, tre fatti hanno scosso lo scenario in cui la gestione delle risorse idriche si muove: quello che è partito in sordina nel 2012 ma sta lasciando i segni più vistosi – in termini di efficienza gestionale del sistema e di investimenti – è la regolazione tariffaria affidata a un’Authority indipendente (ora ARERA); quello che ha prodotto uno sconquasso istituzionale momentaneo ma è stato poi sostanzialmente riassorbito per mancanza di proposte gestionali efficienti è il referendum “acqua pubblica” del 2011; quello che non ci lascerà più e per il momento sta mettendo sul tavolo problemi enormi – a partire dalla crescente siccità – senza soluzioni certe è il cambiamento climatico.

Utilitalia, l’organizzazione che rappresenta le aziende dei servizi di pubblica utilità, guidata dal presidente Filippo Brandolini, è tornata sulle problematiche del settore idrico con un recente paper intitolato «La riforma del comparto idrico: sviluppo industriale del servizio e tutela dei territori». Lo studio parte da un’analisi storica per fare il punto del servizio ma poi guarda avanti alle necessità del prossimo futuro, confermando che la regolazione indipendente ha portato risultati importanti e segnalando il dato degli investimenti effettuati: con una media annua attuale di 4 miliardi di euro, l’incremento rispetto al 2012, primo anno di regolazione, è del 227%. Questa cifra sale al 700% se prendiamo gli anni “bui” antecedenti all’avvio della regolazione, dal 2009 al 2011.

Questo non toglie che bisogna accelerare sugli investimenti. Bisogna estendere a tutta la popolazione il servizio di migliore qualità. Bisogna far fronte alle incombenti sfide climatiche, che richiedono una gestione olistica della risorsa acqua e una maggiore integrazione fra business idrico tradizionale e nuove capacità di stoccaggio e riuso. E poi ci sono i problemi di sempre: il 58% della rete acquedottistica ha più di trenta anni e il 22% più di cinquanta; le perdite di acqua nei tubi sono al 41,8% con miglioramento di poco inferiore a due punti percentuali in un decennio.

Il paper fotografa anche i guasti di una governance multiforme in cui non di rado le resistenze di campanile hanno vinto sul disegno industriale che continua a essere escluso da molte aree del Paese: 1.519 comuni hanno almeno un servizio fra acquedotto, fognatura e depurazione gestito in economia; la modalità prevalente di gestione in termini numerici resta l’in-house (50,6% della popolazione) che con i servizi in economia (9,4% della popolazione) rappresentano le forme di gestione meno efficienti e con il più basso livello di investimento (8 euro per abitante); nel 10% del territorio addirittura manca ancora l’ente di gestione di ambito. Squarci di un mondo arretrato mentre c’è un altro mondo che corre e, trainato dalle società quotate in borsa (Acea, Hera, Iren, A2A), arriva a 60 euro di investimento per abitante, oltre sette volte più delle gestioni in economia.

Il paper di Utilitalia vuole soprattutto focalizzare le condizioni di sistema che potrebbero portare a una forte accelerazione degli investimenti, ma anche a un ridisegno della geografia dei gestori in Italia. In particolare, è proprio sulla aree grigie della governance che attacca Utilitalia, ritenendo che dopo 30 anni sia giunto il momento della resa dei conti fra i due mondi che hanno mal convissuto e del pieno compimento del disegno della legge Galli.

In altre parole, secondo Utilitalia, questo è il momento di vincere resistenze e spazzare via le gestioni inefficienti, facendo più spazio ai gestori che si sono rivelati più capaci. Perché è qui che, in fondo, vuole arrivare l’organizzazione dei gestori di pubblici servizi, sempre più attenta all’efficienza di cui sono portatori i grandi gruppi: allargare il perimetro orizzontale e verticale dei gestori industriali.

Utilitalia immagina quattro mosse per compiere quello strappo che finora la politica, nazionale e locale, ha sempre evitato. Eccole, tratte dal documento.

1)      Affidamenti, nei territori inadempienti subentrano le Regioni. Bisogna garantire l’immediato trasferimento alle Regioni dell’esercizio delle funzioni e il mantenimento delle stesse per tutta la durata dell’affidamento a regime del SII, in tutti quei territori in cui sussistono ancora gestioni in economia. Garantire la scelta più adatta al contesto tra tutte le forme di gestione ammesse, introducendo l’espressa possibilità, in caso di gara a doppio oggetto per la costituzione di una società mista, che sia il “commissario” a esercitare le funzioni del socio pubblico (in deroga al testo unico sui servizi pubblici locali).

2)      Introdurre parametri di verifica della capacità gestionale. Un’altra cosa che non si è mI riuscita a fare è introdurre parametri oggettivi di capacità gestionale (ARERA/MEF) sulla base dei quali effettuare verifiche semestrali. Utilitalia chiede che si faccia subito. Se viene verificata l’incapacità gestionale, l’Ente di Governo dell’ambito dovrà effettuare una scelta responsabile: i) utilizzare gli strumenti giuridici a sua disposizione per revocare la concessione; ii) adottare una delibera motivata che spieghi le eventuali ragioni per la prosecuzione della gestione.

3)      Piccolo non è bello: ambiti più ampi e aggregazioni. «Incentivare la crescita orizzontale tramite affidamenti per ambiti più ampi, non necessariamente legati a linee di demarcazione di carattere amministrativo, ma più aderenti alle esigenze operative e all’efficienza, nonché introducendo una finestra temporale concordata in Europa per garantire il mantenimento degli affidamenti anche in caso di aggregazioni senza gara».

4)      Non solo SII: riuso, acque meteoriche, drenaggio urbano e infrastrutture di distretto. I gestori del SII come soggetti industriali avanzati possono svolgere un ruolo importante nello sviluppo infrastrutturale per la gestione della risorsa acqua in maniera efficace ed efficiente andando oltre l’attuale perimetro del servizio idrico integrato per svilupparlo in senso verticale (infrastrutture per il riuso, gestione sostenibile delle acque meteoriche e drenaggio urbano, infrastrutture di livello distrettuale etc.).

Se il punto 2) con la revoca delle concessioni contiene la misura più dirompente, è dal punto 3) che meglio si comprende il disegno di espansione interna che porterebbe i grandi gestori a mangiarsi una discreta quantità di piccole gestioni inefficienti, semplicemente allargando il confine degli ambiti in cui già operano o acquisendone altri in nome dell’efficienza, ma «senza gara». Un passaggio da concordare necessariamente con un’Europa che ha sempre messo in discussione l’espansione «senza gara» dei gestori, anche quando fossero quotati in borsa (oggi non è più possibile quotarsi in borsa se si è una società in-house). Senza contare che questo allargamento del perimetro orizzontale potrebbe essere – secondo il documento – una leva anche per una possibile «finestra» di deroghe e prolungamenti delle concessioni in scadenza.

GS

In archivio
IL TAR REGGIO CALABRIA
di Gabriella Sparano
Il subprocedimento di verifica dell’anomalia dell’offerta è la “sede in cui misurare l’incidenza in concreto del ribasso operato sulla componente del ‘compenso’ sulla serietà dell’offerta e, allo stesso tempo, sulle soglie ‘minime’ stabilite dalle pertinenti previsioni ministeriali”. Costituisce quindi anche “un presidio idoneo a scongiurare i rischi” paventati dai sostenitori della mancata tutela dei professionisti nell’ambito dei rapporti d’opera professionale in cui essi sono “contraenti deboli”.
SENTENZA DELLA CASSAZIONE PENALE
di Gabriella Sparano
I reati previsti dagli articoli 353 e 353-bis del codice penale (turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente) non scattano se non si pongono i potenziali partecipanti nella condizione di valutare le regole che presiedono al confronto e i criteri in base ai quali formulare le proprie offerte: deve infatti escludersi l’esistenza di una gara “allorché sia prevista solo una comparazione di offerte che la P.A. è libera di valutare, in mancanza di precisi criteri di selezione”.
VERSO IL CORRETTIVO
di Giorgio Santilli
L’Autorità ha inviato il documento al MIT e alla cabina di regia di Palazzo Chigi proponendo 27 modifiche sostanziali, 14 criticità interpretative e 3 disallineamenti testuali. Fra le questioni fondamentali la necessità di aprire nel 2025 una nuova fase della qualificazione delle stazioni appaltanti con particolare riferimento all’attività di esecuzione del contratto. Polemica contro gli enti che non consentono l’accesso di ANAC alle loro banche dati (Durc e titolare effettivo delle imprese). La stessa Autorità segnala l’apertura di una nuova fase di controllo delle Soa.
INFRASTRUTTURE
Con la realizzazione di questa tratta il progetto complessivo raggiunge l’83% dei lavori. Una volta ultimati, la capacità sulla linea e i treni potranno viaggiare a una velocità massima di 160km/h, contro i 100km/h attuali che in alcune tratte oggi si riducono anche a 80-90km/h.
CONGIUNTURA
Frena la produzione industriale dell’eurozona che ad aprile torna con il segno negativo. Le stime preliminari diffuse da Eurostat mostrano una flessione congiunturale dello 0,1%, dopo l’aumento dello 0,5% a marzo, e ben più ampio è l’arretramento su base annua con -3% rispetto ad aprile 2023. Nell’intera Unione Europea la produzione industriale è aumentata dello 0,5% rispetto al mese di marzo e calata del 2% su base annua.  In Italia rispetto a marzo 2024 si è registrata una flessione dell’1% (dopo -0,5%) e del 2,9% rispetto ad aprile 2023 dopo il  -3,2%…
IL RAPPORTO
Il settore delle costruzioni tra Pnrr, bonus fiscali, tassi di interesse, capitale umano e sfide ESG resta il principale motore dell’economia italiana, nonostante cominci a mostrare i primi segnali di indebolimento dovuti a conflitti e tensioni geopolitiche. La fotografia è quella scattata dall’ultimo Report sul 2023 e sui primi mesi del 2024 della filiera delle costruzioni del Centro Studi Argenta Soa, società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche e inviato alle commissioni competenti di Camera e Senato – di Giusy Iorlano
SOSTENIBILITA'
Nel 2023, A2A ha generato valore per il territorio e per i suoi stakeholder pari a 1.224 milioni di euro, investendo inoltre più di 485 milioni nelle infrastrutture della provincia, con un incremento del 32% rispetto all’anno precedente. Sono i dati contenuti nell’ottava edizione del Bilancio di sostenibilità territoriale di Milano, che rendiconta le prestazioni ambientali, economiche e sociali di A2A sul territorio nel 2023 e i piani di attività previsti per i prossimi anni…