Nel 2024, dopo l’arretramento di gennaio (-0,56 rispetto a -0,22 di dicembre), euro-coin ha mostrato un progressivo miglioramento (-0,31 a febbraio per passare a 0,15 a marzo e 0,26 ad aprile) e ora arriva la frenata di maggio. L’indicatore fornisce in tempo reale una stima sintetica del quadro congiunturale corrente nell’area dell’euro, esprimendo tale indicazione in termini di tasso di crescita trimestrale del PIL depurato dalle componenti più erratiche (stagionalità, errori di misura e volatilità di breve periodo). Secondo la stima flash di Eurostat, diffusa a metà maggio, nel primo trimestre dell’anno il PIL dell’area euro ha fatto registrare un incremento dello 0,3%, portando l’economia fuori dalle secche della recessioni dopo il -0,1% degli ultimi due trimestre del 2023. Stessa la percentuale di crescita nell’Unione europea, che aveva registrato una crescita zero nella seconda metà dell’anno. Su base annuale, l’incremento è stato dello 0,4% sia per l’eurozona che per la Ue. Per quanto riguarda l’Italia, l’Istat ha diffuso, il 31 maggio, i dati definitivi del primo trimestre che confermano la crescita dello 0,3% del PIL rispetto al quarto trimestre del 2023 – in linea quindi con la crescita europea – mentre è stata rivista in lieve rialzo quella tendenziale, +0,7% rispetto al +0,6% della stima preliminare. In questo modo, la crescita acquisita per il 2024 si attesta a +0,6% (+0,5% nella stima preliminare ), più vicina così all’obiettivo dell’1% fissato dal Def. Nel primo trimestre si registrano andamenti congiunturali positivi del valore aggiunto nell’agricoltura del 3,3%, nelle costruzioni del 2,9%, nei servizi di informazione e comunicazioni dello 0,3%, nelle attività finanziarie e assicurative del 2,2%, nelle attività professionali dell’1,2% e nelle attività artistiche, di intrattenimento e degli altri servizi cresciuti del 2,8%. Risultano, invece, negativi gli andamenti del valore aggiunto nell’industria in senso stretto dello 0,4%, nel commercio, riparazione di veicoli, trasporto, magazzinaggio, alloggio e ristorazione dello 0,1%, nelle attività immobiliari dello 0,2% e nell’amministrazione pubblica, difesa, istruzione e sanità, diminuiti dello 0,4%.
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