IL QUESITO

Per gli appalti in house le amministrazioni pubbliche devono comunque richiedere il codice identificativo di gara

Il regime di favore che il codice 36 riserva all’appalto “interno”, liberalizzandone la scelta in alternativa al ricorso al mercato e alla cooperazione con altro soggetto pubblico, non arriva fino a consentire di cancellarne ogni traccia. Viceversa l’ANAC ricorda le tre funzioni del CIG: assicurare pubblicità e trasparenza, identificando univocamente una procedura di affidamento; consentire l’adempimento degli obblighi contributivi; tracciare i flussi finanziari verso soggetti terzi. Solo quest’ultima funzione è esclusa per l’in house, le altre due vanno rispettate – di Gabriella Sparano

Gli affidamenti in house vanno “ciggati”?
E’ una domanda che si sente fare spesso negli ultimi tempi forse perché anche gli affidamenti in
house hanno risentito del passaggio dal codice 50 al codice 36, che ha alimentato nuovi dubbi e
perplessità.

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Consentire la sostituzione nell’avvalimento premiale, infatti, genererebbe un effetto in contrasto con i principi fondamentali dell’ordinamento di settore, quali la par condicio, l’autoresponsabilità dell’offerente e il divieto di modifica e sanatoria dell’offerta dopo la sua presentazione.
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Secondo il tribunale, è fondamentale distinguere il momento in cui il credito fiscale diviene disponibile da quello in cui la compensazione produce effettivamente i suoi effetti estintivi.
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Un monito che presagisce addirittura possibili contenziosi futuri derivanti proprio da un esercizio non proprio ortodosso della delega.
TAR LAZIO
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CONGIUNTURA
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