La decisione del Consiglio di Stato n. 2776 del 2 aprile 2025 si colloca nel solco di una giurisprudenza ormai consolidata, che pone un limite all’utilizzo arbitrario della fiducia quale criterio unico o prevalente per l’affidamento degli incarichi legali da parte delle PA. Pur senza negare la specificità della prestazione d’opera intellettuale – e in particolare della difesa in giudizio – la pronuncia insiste sull’obbligo delle amministrazioni di rispettare, anche in questo ambito, i principi fondamentali dell’evidenza pubblica: imparzialità, trasparenza, rotazione, concorrenza e adeguata motivazione. È un’impostazione coerente non solo con il dato normativo (in particolare con l’art. 17 del D.Lgs. n. 36/2023, che esclude sì alcuni servizi legali dall’applicazione integrale del Codice, ma non dai suoi principi generali), ma anche con l’evoluzione del ruolo dell’avvocato, sempre più legato alla dimensione organizzativa, strategica e gestionale dell’Ente.
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