INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CNAPPC

Miceli: l’equo compenso va commisurato alla qualità della prestazione, la soluzione è il concorso di progettazione

«Codice distratto sulle professioni tecniche, ha prevalso la visione giuridico-normativa che mette al centro l’appalto. La cancellazione del concorso a due fasi ha distrutto il processo di partecipazione che stava crescendo, soprattutto tra i giovani: bisogna ripristinarlo. Urgente un decreto-legge correttivo che riporti anche a dieci anni la validità dei titoli per qualificarsi, abbiamo predisposto un pacchetto di norme solo sugli aspetti fondamentali, per non diluire la discussione. Pronta la proposta delle professioni tecniche sul decreto parametri» – di Giorgio Santilli

«I princìpi esposti nel codice appalti sono tutti condivisibili e hanno assolto al compito di inquadrare le problematiche principali, ma il codice non è riuscito a tradurli in un quadro di norme completo e coerente e ha trascurato aspetti fondamentali della progettazione che erano presenti nel decreto legislativo 50. Alla fine, il codice si dimostra figlio di una visione che ha al centro gli aspetti giuridico-normativi dell’appalto, con una ossessione per la realizzazione delle opere, a scapito di tutto ciò che è propedeutico all’appalto: progetto, partecipazione e processi autorizzativi». Il presidente del CNAPPC, Francesco Miceli, tenta una sintesi delle posizioni degli architetti sul codice degli appalti e in particolare su questa prima fase attuativa che già dovrebbe introdurre «sostanziali correzioni».

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