«I princìpi esposti nel codice appalti sono tutti condivisibili e hanno assolto al compito di inquadrare le problematiche principali, ma il codice non è riuscito a tradurli in un quadro di norme completo e coerente e ha trascurato aspetti fondamentali della progettazione che erano presenti nel decreto legislativo 50. Alla fine, il codice si dimostra figlio di una visione che ha al centro gli aspetti giuridico-normativi dell’appalto, con una ossessione per la realizzazione delle opere, a scapito di tutto ciò che è propedeutico all’appalto: progetto, partecipazione e processi autorizzativi». Il presidente del CNAPPC, Francesco Miceli, tenta una sintesi delle posizioni degli architetti sul codice degli appalti e in particolare su questa prima fase attuativa che già dovrebbe introdurre «sostanziali correzioni».
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