Il PNRR è diventato faticoso per tutti i soggetti attuatori, anche per chi nei primi due anni si era distinto per il rispetto dei tempi in una condizione obiettivamente difficile. Ancora più difficile per chi sta attuando o gestendo vecchi progetti precedenti al PNRR ed entrati nel Piano per ottenere un finanziamento europeo in luogo di uno nazionale già stanziato. Non fa eccezione Rete Ferroviaria Italiana (RFI) che da battistrada delle opere infrastrutturali del Recovery Plan italiano ora appare obiettivamente in affanno, almeno stando alla fotografia dello stato di attuazione del PNRR scattata dalla Relazione della Corte dei conti al primo semestre 2023 (con aggiornamenti a ottobre). RFI – dice la Corte dei conti – porta avanti 159 progetti per un totale di investimenti di 25,67 miliardi da PNRR e Piano nazionale complementare, ma la situazione appare tutt’altro che brillante: su 42 obiettivi al 30 giugno 2023, ne sono stati centrati solo 18 contro 24 non raggiunti. Le difficoltà nascono probabilmente nel fatto che ci si addentra dentro fasi esecutive più complesse su cui si sono scaricati anche i problemi non risolti delle accelerazioni del primo periodo. Per ben 23 progetti su 24, infatti, “il mancato raggiungimento dell’obiettivo è stato causato dal prolungarsi degli iter autorizzativi”.
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