RADIOGRAFIA DEL DECRETO LEGGE 19/PUNTATA 3

Il Piano nazionale complementare da 30,6 miliardi vittima sacrificale del recupero dei progetti ex-PNRR. Cosa ne resterà? Poco

L’operazione definanziamento degli interventi PNC avverrà in due tempi: entro il 2 aprile tutti quelli che allo stato attuale non abbiano conseguito obiettivi di affidamento in appalto già previsti da target e milestone; da maggio in avanti gli interventi che non rispetteranno i nuovi cronoprogrammi. Gli obiettivi raggiunti secondo l’ultima relazione della Ragioneria erano solo il 36% di quelli previsti. Gli obiettivi previsti entro la fine del 2023 erano 204. Nel Piano 30 programmi, 24 autonomi e 6 cofinanziati con il PNRR. La fetta più importante va alle Infrastrutture – di Giorgio Santilli

Il Piano nazionale complementare da 30,6 miliardi è la vittima designata dal decreto legge 19 a rifinanziare gli interventi esclusi dal PNRR. Lo dispone il comma 3 dell’articolo 1 del decreto: le risorse recuperate dagli interventi PNC definanziati con DPCM entro il prossimo 8 aprile dovranno essere destinate (in che misura lo diranno gli stessi DPCM) alla restituzione delle somme anticipate dal Fondo sviluppo coesione proprio per finanziare i progetti ex-PNRR. Una partita di giro in cui il cerino finale resterà proprio agli interventi oggi PNC che saranno definanziati. Per loro nessun paracadute specifico se non stanziamenti da recuperare nel bilancio nazionale. Ma ognuno farà per sé, non c’è un disegno di salvataggio univoco per tutti.

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ANAC
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Respinta l’asserita analogia della fattispecie con l’acquisto del titolo di partecipazione ad un congresso/seminario per un dipendente della stazione appaltante, per il quale l’Autorità ha escluso la qualificabilità come appalto di servizi di formazione nonché l’applicabilità della disciplina sulla tracciabilità dei flussi finanziari.
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