LA SENTENZA 8592 DEL 29 SETTEMBRE

Il Consiglio di Stato conferma la liberalizzazione del «cumulo alla rinfusa» dei requisiti per i consorzi stabili

La pronuncia dei giudici di Palazzo Spada pone fine alla contrapposizione fra due interpretazioni giurisprudenziali, dando all’istituto una lettura estensiva sulla base degli articoli 225 e 67 del codice 36. Nella partecipazione alle gare è il consorzio (e non ciascuna impresa consorziata) ad assumere la qualifica di concorrente e contraente e a dover dimostrare il possesso dei requisiti, anche mediante cumulo dalle imprese consorziate, a prescindere dal fatto che siano designate o meno in gara per l’esecuzione del contratto. L’interpretazione si applica dal 1° aprile – di Gabriella Sparano

Il codice 36 ha ammesso in maniera generica e senza limitazioni, il ricorso al meccanismo del “cumulo alla rinfusa” per i consorzi stabili, liberalizzandolo di fatto. È  la conclusione cui è giunto il Consiglio di Stato con la sentenza del 29 settembre 2023 n. 8592, secondo cui nella partecipazione alle gare d’appalto è il consorzio stabile (e non già ciascuna delle singole imprese consorziate) ad assumere la qualifica di concorrente e contraente e, per l’effetto, a dover dimostrare il possesso dei relativi requisiti partecipativi, anche mediante il cumulo dei requisiti delle imprese consorziate, a prescindere dal fatto che le stesse siano designate o meno in gara per l’esecuzione del contratto di appalto.

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