DOPO L'INCIDENTE DI FIRENZE

I dati delle Casse edili: “non congruità” nei lavori privati al 13%, nei pubblici all’8%. Slittano le nuove norme sulla sicurezza

In tutte le aree del Paese i lavori privati “non congrui” superano quelli pubblici a conferma che esiste una criticità strutturale; nel Sud arrivano al 17%. Oggi al CdM una prima informativa della ministra del Lavoro Calderone. Nel pacchetto sfuma l’introduzione dell’omicidio di lavoro, resta la riduzione delle sanzioni agli imprenditori che fanno emergere il nero. Larga convergenza sul principio di estensione del codice degli appalti ai privati su contratto prevalente, non ribassabilità dei costi di manodopera e qualificazione delle imprese, ma implementazione non facile – di Giorgio Santilli

Le Casse edili – che sono organismi bilaterali aziende-sindacati – rilevano “non congruità” per il 13% dei lavori privati e soltanto per l’8% degli appalti di lavori pubblici. La Commissione nazionale paritetica per le casse edili (CNCE) ha reso noti il 15 febbraio scorso i dati aggiornati al 2023 e quelli dell’Osservatorio sulla congruità confermano una criticità per i lavori privati che l’incidente di Firenze, con quattro operai morti e uno disperso, ha così drammaticamente, ancora una volta, confermato.

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L’ipotesi è valida in caso di interesse pubblico alla corretta gestione delle risorse collettive. Essa, pertanto, è sì espressione dell’esercizio di un potere discrezionale dell’amministrazione, ma deve essere sorretta da sopravvenuti motivi di pubblico interesse e mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell’adozione del provvedimento, o anche da nuova valutazione dell’interesse pubblico originario.
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Anche il criterio di selezione del contraente rientra tra le regole che, se fissate e comunicate agli operatori economici, autovincolano la stazione appaltante, che poi non può decidere di applicare, in corso d’opera, regole diverse, neppure se queste risultino più funzionali al perseguimento del risultato auspicato.
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