Il retail real estate si appresta a tornare nel mirino degli investitori e ad attrarre investimenti e capitali: oltre il 60% dei manager prevede di tornare a investire nel settore, con grande interesse per i centri commerciali. E’ il dato che emerge dall’aggiornamento dell’EY Retail Property Investments Barometer Italy, sondaggio annuale già condotto a fine 2023 dal dipartimento Strategy and Transactions di EY, volto a valutare la percezione e la fiducia nell’asset class Retail all’interno del mercato immobiliare italiano. Il sondaggio, che a ottobre dell’anno scorso aveva già coinvolto i principali attori del settore, in particolare società immobiliari, società di gestione di fondi e di asset immobiliari ed investitori finanziari a livello nazionale ed internazionale, è stato esteso in questo inizio d’anno ai principali istituti di credito italiani e stranieri attivi ed operanti nel commercial real estate financing. Nel 2023, il 60% degli istituti di credito intervistati ha erogato finanziamenti per assets retail, di cui tre quarti a favore di centri commerciali, l’85% dei quali è stato diretto al rifinanziamento di posizioni creditizie esistenti. Grande attenzione, emerge ancora dal sondaggio, viene posta sul tema al tema Esg ed in generale per le tematiche ambientali ed efficientamento dei consumi energetici: il 61% degli intervistati ha dichiarato di voler investire in soluzioni che abbiano un impatto sostenibile e un generale miglioramento a livello ambientale. “Il settore Retail Real Estate – commenta Marco Daviddi, managing partner strategy and transactions di Ey Italia – mostra degli elementi di solidità nonostante le sfide di mercato che stiamo vivendo, con oltre il 60% dei managers che prevede di tornare a investire nel settore nei prossimi due anni. Lato gestione il focus si sposterà su due fronti determinanti: l’efficienza energetica e l’ottimizzazione degli spazi commerciali per rafforzare il loro appeal. Tale tendenza rispecchia un cambio di marcia verso una gestione degli asset più sostenibile e attrattiva nel medio termine e si sposa con le richieste delle banche finanziatrici, attente alle dinamiche del settore e con un atteggiamento – seppur cauto – positivo in presenza di forti covenants e fondamentali degli immobili solidi”.
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