La partita politicamente difficile e tecnicamente complessa che l’Italia ha deciso di giocare nel 2023 con l’Unione europea sul PNRR non è ancora arrivata a metà strada e accusa più di un ritardo sulla tabella di marcia, se è vero che delle tredici tappe del percorso a ostacoli ne sono state completate finora solo cinque e mancano ancora quelle più impegnative (si veda la tabella qui o in fondo all’articolo). Tra queste – oltre al verdetto europeo principale sulla riscrittura complessiva di 16 miliardi del Piano che l’Italia deve ancora formalizzare – c’è anche l’assessment (valutazione) che la commissione Ue farà dopo che l’Italia avrà presentato la richiesta di finanziamento della quarta rata: se un primo giudizio è stato espresso positivamente sui dieci obiettivi di cui l’Italia ha chiesto e ottenuto la modifica o il rinvio, ancora nessuna valutazione è stata espressa dalla commissione sugli altri 18 obiettivi (non modificati) della quarta rata. E fra questi ci sono le “pagelle” che il Diario dei nuovi appalti attende con maggiore curiosità: quelle sui due target M1C1-73 (Entrata in vigore della riforma del codice dei contratti pubblici) e M1C1-74 (Entrata in vigore di tutte le necessarie misure di esecuzione e delle norme di diritto derivato per la riforma relativa alla semplificazione del codice dei contratti pubblici).
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