INTERVISTA ALLA PRESIDENTE ANCE

Brancaccio: sbagliato cancellare le piccole opere del PNRR, suddividono il rischio di ritardi

«Sono certa che il ministro Fitto saprà rassicurarci ma non è che i fondi tagliati al mattino dal PNRR tornano al pomeriggio con il Fondo di sviluppo e coesione. Il rischio che si blocchino le procedure in corso è altissimo, come hanno detto anche ANCI e Regioni. Grave penalizzare la rigenerazione urbano, sarebbe stato un campo di allenamento per la legge promessa da Salvini» – di Giorgio Santilli

«Sin dall’inizio del PNRR noi abbiamo posto una grandissima attenzione alle opere e agli stanziamenti per i Comuni e gli enti territoriali perché li abbiamo sempre ritenuti fondamentali sia in termini di intervento sulle città sia in termini di suddivisione del rischio. È proprio l’atteggiamento opposto a quello del Governo quando, con accezione negativa, parla di polverizzazione». La presidente dell’ANCE, Federica Brancaccio, spiega per la prima volta, nei giorni caldi della modifica al PNRR, quali sono le profonde perplessità dei costruttori sulle proposte del ministro Fitto e del Governo.

Perché è utile quella che lei chiama suddivisione del rischio?

Perché una cosa è se si blocca un’unica grande opera da miliardi, un’altra cosa è mandare avanti tante piccole opere sul territorio che implicano anche tempistiche più facili da recuperare. Proprio perché l’avevamo detto dall’inizio, la riprogrammazione di oggi ci lascia stupiti. Se poi entriamo nel merito non capiamo il senso di stralciare rigenerazione urbana e dissesto idrogeologico che sono tutti i giorni sulle prime pagine dei giornali. Che segnale stiamo dando al Paese se tagliamo risorse a due ministeri fondamentali per il futuro del Paese come gli Interni e l’Ambiente?

Il ministro Fitto ha detto che quelle opere non saranno lasciate senza coperture.

Anzitutto molte di quelle procedure sono in corso, addirittura sono in corso cantieri in qualche caso. Sappiamo bene che quando c’è uno spostamento di fonti di finanziamento per un’opera, questo passaggio non è affatto immediato. Non è che stamattina tolgo i fondi dal PNRR e oggi pomeriggio li rimetto sul Fondo di sviluppo e coesione che per altro ha criteri diversi e ragioni di scelta delle opere da spiegare. Cosa deve fare un amministratore che si vede stralciata un’opera? Prenderà tempo? Aspetterà? Certo non firmerà il contratto che ha sulla scrivania. Tutto questo produce un effetto psicologico preoccupante: un Paese intero, compatto, sta lavorando sul PNRR, sulle singole opere, con una dedizione e un impegno straordinari, penso proprio a tanti sindaci che negli ultimi anni avevano visto depauperate le proprie casse, così facendo rischiamo di  fermare o rallentare questo processo virtuoso. Per altro gli interventi dei sindaci non erano affatto quelli più in ritardo, avevano uno stato di avanzamento migliore degli altri nel PNRR.

Cosa vi aspettate? Che cambi il piano da mandare a Bruxelles? Che si trovano fondi alternativi disponibili domattina?

Sono certa che il ministro Fitto, in una prossima e speriamo molto vicina interlocuzione, saprà rassicurarci, vista la sua competenza e sensibilità in materia su quale soluzioni si possono trovare per risolvere queste indubbie criticità.  I tempi sono strettissimi.  Insieme ad ANCI e a Regioni ci aspettiamo in particolare rassicurazioni sugli interventi di rigenerazione urbana e contro il dissesto idrogeologico, opere per cui la scadenza del 2026 è assolutamente possibile.

Questa clamorosa sottovalutazione della rigenerazione urbana nel PNRR ci dice quanto sia importante, su quel fronte, rilanciare un’azione di Governo e sul territorio, fare una buona legge, prevedere incentivi, piani e fondi adeguati.

Ha scritto lei che il gap di produttività di questo Paese parte proprio dal fatto che le nostre città non riescono a sprigionare le energie di crescita, a essere quei centri di produttività, di stimolo, quegli incubatori necessari per trainare il Paese, perché sono vecchie da tutti i punti di vista e vanno rinnovate, rigenerate. Per altro abbiamo un impegno fortissimo dal ministro Salvini: da settembre il suo ministero lavorerà a un disegno di legge complessivo per rendere più adeguate le regole, le norme urbanistiche ed edilizie, di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di rendere il Paese più moderno. Ci sono anche disegni di legge di gruppi parlamentari, penso a Forza Italia, che su questo vogliono fare uno scatto in avanti. E togliamo la rigenerazione urbana dal PNRR? Poteva essere il campo di prova e di allenamento che poteva contribuire a una buona legge complessiva. Mi faccia concludere sul PNRR con due considerazioni.

Prego.

La prima: non si fermano solo gli investimenti, si rallentano anche le riforme di cui il Paese ha bisogno per correre. Facciamo slittare la digitalizzazione della PA e anche l’attuazione della regola per cui le PA devono pagare in 30 giorni. Sono due esempi di riforme importanti, è la modifica complessiva al PNRR che non ci sembra giusta per il Paese. Ultimissima considerazione: riprogrammare e finanziare interventi importanti come Industria 5.0 è una scelta assolutamente condivisibile, ma si devono cercare altrove le risorse anziché fermare ciò che è in corso.

Parliamo del codice appalti. Siete stati molto critici sugli aspetti di concorrenza. Che pensate si possa fare?

La nostra preoccupazione è su due aspetti diversi della concorrenza. Il primo ha a che fare con l’ampia discrezionalità nelle procedure di gara data alle pubbliche amministrazioni, che non ci trova contrari ideologicamente, ma che reputiamo rischiosa se non accompagnata da una reale qualificazione delle stazioni appaltanti. Non è facile scegliere bene il contraente migliore, sulla base di una larga discrezionalità, per un’amministrazione depauperata di competenze negli ultimi anni e che ci metterà un po’ di tempo a riformare le proprie competenze. Siamo in parte tranquillizzati dal fatto che in corsa il Governo ha inserito nel codice dei contratti anche la possibilità di fare una gara aperta, ma certo se non si corre con la qualificazione delle stazioni appaltanti, i rischi sono alti. Apprezziamo molto il piano straordinario di formazione della PA del ministro Zangrillo, ma non sono questioni che si risolvono in tre mesi.

L’altro tema qual è?

L’altro tema è quello dei settori esclusi e dei concessionari che hanno avuto la concessione senza una procedura di evidenza pubblica nei settori esclusi e sono liberi di fare quello che vogliono senza nessun obbligo, neanche minimale, di procedure di gara a valle. Se consideriamo i due temi, il rischio è che il 50% del mercato sia fuori da qualunque procedura concorrenziale.

Cosa vi aspettate adesso come buona attuazione? E come si fa, con circolari, linee guida, correzioni al codice?

Noi ci aspettiamo subito alcuni chiarimenti urgenti che possono essere fatti anche senza modifiche normative. Faccio alcuni esempi: l’applicazione della revisione prezzi che ancora non è chiara; il tema del caro-materiali dove ci sono vuoti normativi e accavallamenti; la proroga, almeno temporanea, dei vecchi requisiti dei direttori tecnici delle imprese perché altrimenti avremo imprese senza direttori tecnici e direttori tecnici senza lavoro.

Vi aspettate anche correttivi veri e propri?

Una cosa che va risolta è la responsabilità solidale nelle ATI verticali perché prima questa era una responsabilità divisa per categorie di intervento, ora non è chiaro…

GS

In archivio
IL TAR REGGIO CALABRIA
di Gabriella Sparano
Il subprocedimento di verifica dell’anomalia dell’offerta è la “sede in cui misurare l’incidenza in concreto del ribasso operato sulla componente del ‘compenso’ sulla serietà dell’offerta e, allo stesso tempo, sulle soglie ‘minime’ stabilite dalle pertinenti previsioni ministeriali”. Costituisce quindi anche “un presidio idoneo a scongiurare i rischi” paventati dai sostenitori della mancata tutela dei professionisti nell’ambito dei rapporti d’opera professionale in cui essi sono “contraenti deboli”.
SENTENZA DELLA CASSAZIONE PENALE
di Gabriella Sparano
I reati previsti dagli articoli 353 e 353-bis del codice penale (turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente) non scattano se non si pongono i potenziali partecipanti nella condizione di valutare le regole che presiedono al confronto e i criteri in base ai quali formulare le proprie offerte: deve infatti escludersi l’esistenza di una gara “allorché sia prevista solo una comparazione di offerte che la P.A. è libera di valutare, in mancanza di precisi criteri di selezione”.
VERSO IL CORRETTIVO
di Giorgio Santilli
L’Autorità ha inviato il documento al MIT e alla cabina di regia di Palazzo Chigi proponendo 27 modifiche sostanziali, 14 criticità interpretative e 3 disallineamenti testuali. Fra le questioni fondamentali la necessità di aprire nel 2025 una nuova fase della qualificazione delle stazioni appaltanti con particolare riferimento all’attività di esecuzione del contratto. Polemica contro gli enti che non consentono l’accesso di ANAC alle loro banche dati (Durc e titolare effettivo delle imprese). La stessa Autorità segnala l’apertura di una nuova fase di controllo delle Soa.
INFRASTRUTTURE
Con la realizzazione di questa tratta il progetto complessivo raggiunge l’83% dei lavori. Una volta ultimati, la capacità sulla linea e i treni potranno viaggiare a una velocità massima di 160km/h, contro i 100km/h attuali che in alcune tratte oggi si riducono anche a 80-90km/h.
CONGIUNTURA
Frena la produzione industriale dell’eurozona che ad aprile torna con il segno negativo. Le stime preliminari diffuse da Eurostat mostrano una flessione congiunturale dello 0,1%, dopo l’aumento dello 0,5% a marzo, e ben più ampio è l’arretramento su base annua con -3% rispetto ad aprile 2023. Nell’intera Unione Europea la produzione industriale è aumentata dello 0,5% rispetto al mese di marzo e calata del 2% su base annua.  In Italia rispetto a marzo 2024 si è registrata una flessione dell’1% (dopo -0,5%) e del 2,9% rispetto ad aprile 2023 dopo il  -3,2%…
IL RAPPORTO
Il settore delle costruzioni tra Pnrr, bonus fiscali, tassi di interesse, capitale umano e sfide ESG resta il principale motore dell’economia italiana, nonostante cominci a mostrare i primi segnali di indebolimento dovuti a conflitti e tensioni geopolitiche. La fotografia è quella scattata dall’ultimo Report sul 2023 e sui primi mesi del 2024 della filiera delle costruzioni del Centro Studi Argenta Soa, società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche e inviato alle commissioni competenti di Camera e Senato – di Giusy Iorlano
SOSTENIBILITA'
Nel 2023, A2A ha generato valore per il territorio e per i suoi stakeholder pari a 1.224 milioni di euro, investendo inoltre più di 485 milioni nelle infrastrutture della provincia, con un incremento del 32% rispetto all’anno precedente. Sono i dati contenuti nell’ottava edizione del Bilancio di sostenibilità territoriale di Milano, che rendiconta le prestazioni ambientali, economiche e sociali di A2A sul territorio nel 2023 e i piani di attività previsti per i prossimi anni…