Il 2023 si chiude con il segno meno per le compravendite immobiliari del settore residenziale. Lo scorso anno sono state compravendute (in termini di numero di transazioni normalizzate) 709.591 abitazioni , quasi 76 mila unità in meno dell’anno precedente, pari a una contrazione del 9,7%. E’ quanto emerge dal Rapporto Immobiliare 2024 elaborato dall’Abi e pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
“A fronte di un incremento percentuale del PIL, seppure in decelerazione rispetto al 2022 (era+4%), negli scambi del settore residenziale il 2023 chiude con un calo di poco inferiore al 10%; i volumi tornano, quindi, a contrarsi dopo un 2022 caratterizzato ancora da un aumento delle compravendite”, rileva il Rapporto. Un’ulteriore conferma, questa, sull’andamento al ribasso che soltanto pochi giorni fa aveva mostrato i dati statistici notarili, che segnalavano un calo del 7% delle compravendite complessive (nel 2023 sono state rilevate 1.030.507 operazioni rispetto alle 1.108.081 del 2022). Osservando i tassi tendenziali trimestrali del 2023 rispetto al 2022 è evidente, sottolinea il Rapporto Abi-Agenzia delle Entrate, che sono tutti in campo negativo, il calo presente fin dal primo trimestre risulta più accentuato nei due trimestri centrali dell’anno, per poi indebolirsi, in tutti gli ambiti territoriali analizzati, nel quarto trimestre. I comuni capoluogo mostrano delle flessioni più accentuate rispetto al gruppo dei comuni minori. Rispetto al 2022, il calo dei volumi di compravendita è più accentuato nelle aree del Centro, in calo del 13,1%, e nel Nord Est dove la contrazione si attesta intorno all’11,7%. Nei comuni capoluogo, nel complesso, il calo sul 2022 è più marcato, -10,7%, rispetto ai comuni non capoluogo dove è del 9,2%.
Sul fronte dei prezzi, le dinamiche del mercato residenziale negli ultimi anni non hanno seguito quello delle compravendite. Differentemente dalla media dei paesi europei, i prezzi medi delle abitazioni sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2008 e il 2011, quando i volumi degli scambi si riducevano. La flessione dei prezzi è avvenuta a partire dal 2012, l’anno nel quale si è registrata la contrazione più forte degli scambi, ed è proseguita fino al 2019, nonostante che la risalita dei volumi di compravendita sia iniziata dal 2014. Nel 2020, mentre il mercato immobiliare subiva gli effetti dello shock economico per la crisi sanitaria pandemica, i prezzi delle abitazioni, che avevano mostrato alla fine del 2019 qualche segnale di ripresa, iniziando a crescere rafforzandosi nel 2021 e nel 2022, quando si approssima al 4%. La crescita si indebolisce nel 2023 rimanendo poco superiore l’1%.
Sempre sul lato dei prezzi, nel 2023 il valore medio di scambio delle case, riferito dai dati notarili, si assesta sui 154.416 in riduzione rispetto ai 158.074 del 2022 e ai 155.118 del 2021. Nel secondo semestre del 2023, il valore (mediano) degli immobili abitativi acquistati da privati con agevolazione prima casa è sceso a 113.000 rispetto ai 115.000 euro dei precedenti anni 2021 e 2022. Al contrario, gli immobili acquistati da imprese hanno mostrato un incremento significativo nel valore, salendo a 265.000 euro, rispetto ai 235.000 del 2022. La maggior parte dei immobili acquistati da privati con l’agevolazione prima casa ha un valore inferiore a 99 .000 euro (43,77%) mentre solo 0,34% supera il milione di euro. Per gli acquisti da imprese, il 27,82% si colloca nella fascia tra €200.000 e €299.999.