Nel mondo giuridico, la precisione del linguaggio è un elemento imprescindibile. Le parole non sono mai neutre, in quanto creano, definiscono e delimitano, e la loro scelta deve essere pertanto consapevole e accurata. L’uso di un termine piuttosto che di un altro, infatti, può radicalmente alterare la portata di un precetto, aprendo la strada a interpretazioni errate o significativamente differenti. La chiarezza e l’univocità del linguaggio giuridico sono, quindi, condizioni essenziali per garantire la certezza del diritto, l’equa e univoca applicazione della legge e la tutela dei diritti dei cittadini. Un linguaggio impreciso o ambiguo, al contrario, può generare contenziosi, incertezze e ingiustizie, minando la fiducia nel sistema giuridico stesso. Ne è dimostrazione il Parere del MIT n. 3425 del 13/05/2025, che ha risposto al quesito se sia legittimo per il RUP, in caso di affidamento diretto, ridurre d’ufficio del 20% i corrispettivi per i servizi di architettura e ingegneria calcolati secondo l’Allegato I.13 del Codice (ex articolo 41, comma 15quater) prima di affidare l’incarico al professionista scelto.
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