Le inchieste giudiziarie non possono fermare l’Italia e, per questo, bisogna andare avanti nella realizzazione della nuova diga foranea di Genova. Non ha dubbi il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, sulla necessità che i lavori dell’opera debbano procedere secondo i programmi. “Fermare i lavori della diga significherebbe fermare lo sviluppo della Liguria, del nostro territorio e la competitività dell’Italia, l’opera dovrà proseguire a pieno ritmo secondo il cronoprogramma”, ha detto Salvini, rispondendo a un’interrogazione al Question Time alla Camera, sulla realizzazione del progetto alla luce delle indagini in corso. “Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi ma le inchieste a Genova come a Bari non possono fermare l’Italia e, pertanto, nel pieno rispetto dell’autorità giudiziaria i lavori dovranno proseguire” o, ha avvertito, “sarebbe un danno”. Salvini ha quindi confermato la sua presenza a Genova, venerdì 24 maggio, per la posa in acqua del primo cassone della diga. “Penso che di fronte a un intervento strategico per l’intero Paese, come la diga di Genova, nessuno di noi possa prendersi la responsabilità di strumentalizzare un’inchiesta, tutt’ora in corso, per fermare un’opera che porterà lavoro e ricchezza al Paese”. Salvini ha annunciato poi la costituzione, in seno al Mit, di una commissione ispettiva ministeriale presso l’autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale. “L’attività della commissione – ha spiegato – contribuirà a fare piena chiarezza in merito allo svolgimento delle procedure concessorie di competenza dell’Autorità portuale e a breve ci sarà il bando per il nuovo presidente. Genova si è rialzata dopo la tragedia del Ponte Morandi, io mi impegno come ministro per il massimo della trasparenza, Genova e la Liguria meritano di avere tutte le infrastrutture su cui stiamo lavorando».
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