Il decreto-legge 212 sul Superbonus “rischia di produrre solo scheletri urbani con cantieri fermi e tribunali intasati, premiando i furbi che hanno intascato fondi pubblici senza finire i lavori”. Nella valutazione dei costruttori dell’ANCE, fatta ieri in audizione alla commissione Finanze della Camera, non c’è solo lo scontato giudizio negativo sul DL, poco più di una sanatoria che permette di non perdere il 110% per i lavori già svolti nel caso in cui non si concluda l’intervento. C’è anche una prima denuncia degli effetti urbanistico-paesaggistici e sociali (contenzioso) che rischiamo di vedere nelle nostre città per effetto del problema che il governo non ha voluto risolvere e neanche affrontare, un tempo supplementare contingentato per consentire il completamento dei lavori. L’analisi comincia a spostarsi oltre il presente in cui c’è ancora battaglia tra fare e non fare e si comincia a trasferire anche sui risultati prodotti a stagione chiusa.
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GS
- 16 Gennaio 2024
- Articoli, In evidenza

Giorgio Santilli
Non si tratta di un mero adempimento formale, ma di una misurazione diretta della capacità operativa e dell’efficacia decisionale degli enti coinvolti negli appalti pubblici. Lo prevede il comma 4 dell’articolo 11 dell’Allegato II.4 del Codice
Secondo il tribunale, è fondamentale distinguere il momento in cui il credito fiscale diviene disponibile da quello in cui la compensazione produce effettivamente i suoi effetti estintivi.
Laddove dovesse essere realizzata, l’iniziativa avrà sicure implicazioni anche in materia dei contratti pubblici e per gli operatori economici.
Un monito che presagisce addirittura possibili contenziosi futuri derivanti proprio da un esercizio non proprio ortodosso della delega.
È evidente, pertanto, che ove dette sopravvenienze si verifichino successivamente alla valutazione di congruità dell’offerta, determinino il meccanismo del riequilibrio del contratto di appalto
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