LA RASSEGNA AL FESTIVAL DI ROMA

Città in scena: rigenerazione urbana diffusa con progetti pubblici, privati, partenariato e partecipazione dal basso

La messa in sicurezza sismica di Castelluccio di Norcia, la riqualificazione di aree a rischio come Cogne ad Aosta o Acquaviva a Caserta, bando periferie e fondi RFI a Terni, il rilancio del porto a Trieste e Livorno, il grande cantiere di Brescia con progetti pubblici e privati e quello di Savona, il parco intergenerazionale di Matera, i progetti universitari di Torino e Reggio Emilia nelle aree industriali dismesse, partecipazione dal basso a Firenze e Napoli – di Deborah Appolloni

La rigenerazione urbana è già una realtà nelle città e nei piccoli comuni. Si va dalla rimessa in sicurezza sismica dell’intero centro abitato di Castelluccio di Norcia alla riqualificazione di intere aree a rischio degrado come il quartiere Cogne ad Aosta o il rione Acquaviva a Caserta. Non tutto parte da un finanziamento pubblico, ci sono realtà affidate esclusivamente ai privati che spesso investono per il recupero di palazzi di pregio come sta avvenendo a Savona con l’ex ospedale San Paolo o a Brescia con gli ex Magazzini generali. E, infine, anche esperienze che arrivano dal basso, dalla volontà della comunità di riprendersi aree abbandonate e dar loro nuova vita. Un esempio è il Lumen di Firenze, un centro multifunzionale in mano a un’associazione di professionisti o i giardini Luzzati di Genova recuperati grazie al lavoro collettivo.

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In tutto le richieste sono 93. Fra queste: limitare il massimo ribasso, utilizzare l’OEPV, clausole sociali per difendere l’occupazione, ripensare la digitalizzazione, riserve nei settori strategici per le imprese europee. Negli articoli di DIAC il testo della relazione
CDS E TAR VENETO
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Questo principio si applica sia al caso, emblematico e peculiare, dell’intermediario senza detenzione di rifiuti (come nella sentenza del Consiglio di Stato), sia al caso, generale, dell’appaltatore principale che affida una parte delle prestazioni in subappalto (come nella sentenza del TAR Veneto).
DOPO IL PARERE N°2764
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Invece di richiamare le stazioni appaltanti al rispetto del Codice e ad incentivare RUP e dipendenti coinvolti (secondo l’Allegato I.10 del Codice), l’Autorità si è limitata a fornire chiarezze meramente procedurali sull’obbligo di pubblicazione.
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Un monito che presagisce addirittura possibili contenziosi futuri derivanti proprio da un esercizio non proprio ortodosso della delega.
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