IL SEMINARIO SULLA RICOSTRUZIONE

Lo sforzo comune del commissario al Sisma 2016 e dell’ANAC, ma ora bisogna decidere la proroga alle deroghe

La struttura commissariale ha goduto di una ampia deroga fino a fine 2023 nell’applicazione del codice 36, ora si dovrà decidere se prorogarla. Busìa e Castelli hanno sottolineato i risultati del lavoro comune e il presidente dell’Autorità anticorruzione ha dato il numero di 220 stazioni appaltanti qualificate nelle province della ricostruzione. Convergenza sul fatto che la qualificazione e la formazione innalzano la qualità del lavoro delle strutture amministrative e che questo sforzo va intensificato – di Giorgio Santilli

La gigantesca operazione di ricostruzione delle opere pubbliche nelle aree del Centro Italia colpite dal sisma del 2016, con 500-600 progetti avviati e altre 1.500 lavori da affidare, resta un laboratorio cui prestare la massima attenzione anche in questa fase di avvio del nuovo codice degli appalti. Un banco di prova specifico nella generale sfida nazionale dell’applicazione del codice 36. Se da una parte, infatti, queste aree hanno potuto contare su alcune deroghe per l’applicazione delle nuove norme fino alla fine del 2023, dall’altra c’è una forte spinta a superare questo regime straordinario e accelerare sull’attuazione delle nuove regole. Su questo duplice scenario si giocherà a fine anno anche la partita della proroga delle deroghe. Ed è proprio questo scenario, sullo sfondo, a spiegare il senso del seminario che ieri hanno organizzato a Roma il commissario della ricostruzione, Guido Castelli, e il presidente dell’ANAC, Giuseppe Busìa.

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In archivio
Ordinanza C-686/24
di Niccolò Grassi
La Corte ha chiarito che il diritto di difesa non può comportare automaticamente la divulgazione di segreti commerciali: è necessario che l’amministrazione effettui una valutazione caso per caso, verificando se l’accesso sia effettivamente necessario, se vi siano alternative meno invasive, e soprattutto se i contenuti riservati possano essere consultati in modo selettivo o con modalità protette.
ANAC
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Un monito che presagisce addirittura possibili contenziosi futuri derivanti proprio da un esercizio non proprio ortodosso della delega.
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