Dovrebbero arrivare oggi 9 agosto per il decreto-legge omnibus la bollinatura della Ragioneria, la firma del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. La questione che continua a tenere banco è quella della tassazione degli extraprofitti delle banche, che usciranno notevolmente ridimensionati rispetto al testo discusso in Consiglio dei ministri. Nessuna modifica in vista per le norme sulle infrastrutture.
Non risultano problemi per i 1.112 milioni destinati alle compensazioni per il caro-prezzi alle tre opere ferroviarie di Alta velocità del Nord incluse nel PNRR, con un limite del 20% per i lavori del 2022 e del 35% per i lavori del 2023. Le tre opere che avranno questa corsia preferenziale sono il Terzo valico (appaltato al consorzio Cociv guidato da Webuild con il 95%), la Brescia-Verona (appaltata al consorzio Cepav 2 guidato da Saipem al 59,09%, con Pizzarotti al 27,27% e ICM al 13,64%) e la Verona-Vicenza (appaltato al consorzio IRICAV 2 guidato ancora da Webuild all’82,93%, con Hitachi Rail STS al 17,05%). Le risorse finanziarie arriveranno dallo stanziamento e dai residui inutilizzati del Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche strategiche, introdotto dal decreto-legge 76/2020 (articolo 7) e di competenza del ministero delle Infrastrutture: si tratta di 156,4 milioni per il 2023, 563,45 milioni per il 2024 e 392,35 per il 2025.
Il Governo tira dritto anche sulla deroga al tetto agli stipendi della PA (240mila euro) che non si applicherà ai manager della società Stretto di Messina. La deroga non riguarda, invece, i vertici della società e i consiglieri di amministrazione. «Dovevamo quanto meno equiparare questi compensi a quello degli ingegneri presenti nelle Fs o in ANAS», ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, spiegando così la ratio della norma: a lavorare nella struttura che dovrà realizzare il Ponte sullo Stretto saranno chiamati numerosi ingegneri e tecnici che oggi lavorano in Fs, Rfi o Anas e sarebbe stato difficile spostare queste risorse a stipendio ridotto. «L’obiettivo, e l’ho detto alla società, è anche di coinvolgere giovani ingegneri e architetti», ha aggiunto Salvini.
Nel decreto-legge approvate le drastiche semplificazioni per l’approvazione di alcuni progetti esecutivi autostradali come la Gronda di Genova, la Firenze-Pistoia, l’Incisa-Valdarno, la Milano-sud Lodi, il Passante di Bologna, la Bologna-Ferrara, la Monselice-Padova, le opere compensative di Pesaro. La semplificazione consiste in questo: la relazione (di accompagno del progetto esecutivo) sul quadro conoscitivo posto a base del progetto, sulla coerenza delle scelte progettuali con le norme vigenti e sulla presenza dei requisiti per garantire la cantierizzazione e la manutenibilità delle opere sarà sottoposta non più al parere del comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici, ma alla verifica di organismi di controllo accreditati ai sensi della norma europea UNI CEI EN ISO/IEC 17020, secondo la procedura prevista dal codice degli appalti (articolo 34, comma 2, lettera a dell’allegato I.7). È la prima volta che viene “saltato” il parere del comitato speciale, organo che con il decreto-legge 77/2021 era assurto a grande cabina di compensazione di tutti i processi autorizzativi dei progetti PNRR. Non è chiaro ancora se, oltre all’indiscusso beneficio di velocizzazione per i concessionari autostradali titolari dei progetti (ASPI), vi sia anche una prima espressione di volontà di ridimensionamento anche di questa altra struttura “draghiana” centrale nel PNRR, il comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici, appunto.
Nel decreto legge sono stati trovati anche 50 milioni per lavori di manutenzione urgente di strade localizzate nei comuni sotto i 5mila abitanti (risposta al video virale di denuncia del mancato ripristino della strada provinciale 33 “Casolana” in Emilia-Romagna), l’estensione dei poteri del commissario per la metro C di Roma ai lavori per le linee A e B della metropolitana, una norma che punta a ridurre gli aumenti del 25% dei canoni pagati dalle Autorità portuali sulle aree demaniali (previa verifica del ministro Fitto con la UE) e una norma che esclude gli autotrasportatori dal pagamento del contributo annuale all’Autorità di regolazione dei trasporti (ART). «Faremo al ministero gratis – aveva detto Salvini – il lavoro per cui prima gli autotrasportatori dovevano pagare questo vecchio balzello».