Più investimenti, più innovazione per rilanciare la produttività, principale leva per consolidare la ripresa dell’economia italiana, valorizzazione del capitale umano: “non siamo condannati alla stagnazione ” e, per lasciarsi alle spalle la lunga fase di bassa crescita, soprattutto nei confronti delle principali economie europee, “l’agenda è chiara”. Non che la strada sia in discesa, anzi: “non dobbiamo farci illusioni” a fronte dei “problemi gravi, alcuni radicati e di difficile soluzione” del Paese ma questa agenda “può essere realizzata per tornare a crescere e per contare in Europa”. E’ un messaggio che coniuga la dovuta prudenza, considerando soprattutto gli stretti margini che consentono i conti pubblici gravati dalla “zavorra” del debito, e una visione prospettica che, comunque, guarda con fiducia al futuro, quello che il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, consegna nelle sue prime Considerazioni Finali. “Non riesco a credere che un Paese con la nostra storia, le nostre risorse, le nostre potenzialità, che insieme agli altri Stati membri ha saputo creare una comunità che ha garantito sviluppo, benessere e convivenza pacifica a milioni di europei, non possa oggi superare difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti, su cui tutti concordiamo”, dice Panetta al termine della sua relazione, accolta da un lungo applauso della platea. Al quale risponde, pronto, con una battuta: “Se continuate ad applaudirmi, faccio il bis”.
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