Il Governo ha approvato ieri la legge di bilancio e il Documento programmatico di bilancio (DPB) che delinea a Bruxelles l’assetto e le principali voci della manovra da 24 miliardi per il 2024. Come sempre, per dare una valutazione definitiva, occorrerà leggere il testo della manovra, ma dalle impressioni maturate nella giornata – fra bozze, comunicato e conferenza stampa – per le infrastrutture c’è poco o niente per il prossimo anno. Il ministro Salvini canta vittoria perché ci sono le risorse per avviare il cantiere del Ponte sullo Stretto, ma nessun numero è stato dato sulla ripartizione nel tempo di queste risorse.
Quello che si evince dal comunicato è invece che è stato ricaricato con 27 miliardi il consueto “fondo infrastrutture” per le amministrazioni centrali che, come sempre, ha una spalmatura quindicennale, quindi 2024-2038. Non bisogna farsi ingannare dalle grandi cifre perché le disponibilità di cassa di questo fondo sono sempre molto prudenti e proiettate negli anni più avanti del periodo. Comunque bisogna capire dai testi a quanto ammontano le risorse disponibili per gli anni che contano oggi, vale a dire il triennio 2024-2026.
Dalle bozze circolate e anche dal comunicato sembra sia stata approvata la riconferma nel 2024 dell’intervento di SACE per aiutare le imprese che devono prestare garanzie e fideiussioni negli appalti. Nessuna notizia, invece, su una delle misure più attese dai costruttori: la riconferma al 2024 dei fondi per coprire le compensazioni agli extracosti negli appalti. La richiesta dell’ANCE è particolarmente pressante anche per evitare che alla fine queste compensazioni vadano soltanto ai general contractor delle tre opere di Alta velocità Terzo Valico, Brescia-Verona e Verona-Vicenza per cui la decisione è stata presa con il decreto legge 104.