VISTO DALLE IMPRESE

Il decreto legge 19 suscita grandi timori sulla prospettiva delle risorse finanziarie e su una seria politica di sicurezza del lavoro

La grande lotteria avviata dal DL sulle risorse messe, tolte, spostate del PNRR e del PNC non è un modello di programmazione efficiente ma rivela un metodo da ultima spiaggia che porta instabilità e grandi dubbi sulla capacità di generare flussi di spesa costante. Il rischio ora è di replicare con FSC e fondi di coesione dove deve essere chiaro un ventaglio di priorità per il territorio. Sulla sicurezza del lavoro non si possono mettere sullo stesso piano imprese improvvisate e imprese solide, microimprese e grandi strutture. Bisogna correggere gli errori sul nascere – di Giorgio Santilli

Il decreto legge 19 consegna al mondo delle imprese due grandi timori, giustificati, che sono cominciati a serpeggiare fin da quando sono circolate le prime bozze del decreto legge. Il primo timore è che sul fronte delle risorse finanziarie nazionali si stia raschiando il barile e che dopo il 2026 per i settori PNRR e anche prima del 2026 per i settori esclusi dal PNRR si torni ai tempi in cui le risorse per gli investimenti scarseggiavano. La forte stretta in arrivo sul Piano nazionale complementare ne è la riprova.

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Inoltre, spetta alla singola amministrazione valutare concretamente quale parte degli oneri assicurativi debba essere coperta con il 20% delle risorse di cui all’articolo 45, comma 2 (a discapito di altre finalità previste) e quale parte debba essere finanziata con altre risorse del quadro economico.
TAR FRIULI-VENEZIA GIULIA
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Il chiarimento della sentenza del 16 aprile: la stazione appaltante non deve essere qualificata per poter valutare una proposta di PPP presentata ai sensi dell’art. 193 del nuovo Codice.
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Un monito che presagisce addirittura possibili contenziosi futuri derivanti proprio da un esercizio non proprio ortodosso della delega.
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