EDILIZIA

I sindacati approvano la piattaforma per il rinnovo del contratto, aumenti da 275 euro e più sicurezza

L’edilizia sarà protagonista dell’ammodernamento del Paese e, dopo anni di crescita record, questo rinnovo dovrà redistribuire anche ai lavoratori: è questa la premessa che pongono i sindacati di categoria alla base delle loro rivendicazioni. Il contratto interessa oltre un milione di addetti. I sindacati chiedono più formazione e sicurezza, e più flessibilità nell’orario di lavoro, anche a fronte dei cambiamenti climatici – di Red. Diar.

Aumenti retributivi pari a 275 euro per recuperare la perdita subita dai salari in questi anni a causa dell’erosione dell’inflazione, misure per rafforzare e potenziare la formazione e la sicurezza sul posto di lavoro, maggiore flessibilità nell’orario di lavoro demandandola alla contrattazione di secondo livello. Sono queste alcune delle richieste contenute nella piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto nazionale edile approvata da FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, che riguarda più di un milione di addetti tra operai, tecnici e impiegati. “Il settore dell’edilizia sarà protagonista del processo di ammodernamento del Paese” e “negli ultimi 3 anni il settore è cresciuto come mai nella sua storia. A questo appuntamento ci si presenta con le carte in regola per un rinnovo che redistribuisca anche ai lavoratori”, mettono in chiaro i segretari generali scrivono i segretari generali Vito Panzarella, Enzo Pelle e Alessandro Genovesi. “Bonus e superbonus per ristrutturazioni abitative, avvio del PNRR, ammodernamento infrastrutturale per la rigenerazione urbana.  Sono i fattori che hanno determinato lo sviluppo del settore dell’edilizia, con incremento di forza lavoro e salariali. Nonostante la carenza di manodopera specializzata, che le aziende denunciano a tutti i livelli, i dati confermano un aumento di incidenti e infortuni. Appare fondamentale pertanto, rivolgere la nostra azione allo sviluppo del settore in un’ottica di sicurezza e digitalizzazione”, indicano i tre segretari generali.

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