Mentre crescono le preoccupazioni sull’andamento del Pnrr che deve fare i conti con il taglio dei fondi per i Comuni e con la lentezza dei processi autorizzativi per le grandi opere, l’ANCE apre il dibattito sul dopo 2026, anno che dovrebbe vedere la conclusione di tutti i progetti finanziati dal piano europeo. “Chiediamo una politica per il settore che vada oltre il 2026”, ha detto la presidente Federica Bancaccio chiudendo il dibattito seguito alla presentazione dell’Osservatorio congiunturale. L’associazione dei costruttori mira a riforme strutturali e durature. “Per lavorare sulla dimensione delle nostre imprese – ha chiarito Brancaccio – occorre avere una tenuta di mercato che in questi anni non c’è stata. Noi siamo favorevoli al Ponte sullo Stretto ma non può assorbire il 92% delle risorse nella legge di bilancio. Occorre guardare alla rigenerazione urbana, a politiche reali e attualizzate per il piano casa. Riteniamo che il PNRR sia la più grande occasione non solo di sviluppo del paese, ma anche la palestra per sperimentare le semplificazioni di ciò che ha rallentato la crescita negli ultimi decenni”.
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