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LE SFIDE DI FINE ANNO
Non ci sono solo il gran ballo del decreto correttivo o il giudizio della commissione UE sulla quarta rata a ravvivare la fine dell’anno del codice 36. Ci sono tre partite che, da angoli diversi, diranno se il codice è capace di portare fino in fondo le riforme per cui è nato oppure è destinato ad assumere il ruolo di sfondo nel ritorno del clientelismo localistico portato dagli affidamenti diretti e dai nuovi minimi tariffari. ANAC rassicura sulle piattaforme e sul rispetto dei tempi. La guerra vintage CNI-OICE contribuisce alla sconfitta del mondo della progettazione – di Giorgio Santilli
INTERVISTA AL PRESIDENTE DI ASSORUP
Inviata la lettera alla presidente Meloni per chiedere un tavolo che apra un confronto su tutte le esigenze dei RUP e cominci a dare risposte. Il sondaggio fatto al Congresso dice che il 40% delle stazioni appaltanti non hanno neanche approvato il regolamento sugli incentivi. La patente del RUP resta una priorità ma va legata all’erogazione degli incentivi. Puntiamo sulla formazione, vanno modificati gli allegati al codice: la formazione avanzata non te la dà solo un master in management ma molto più un corso di 200 ore virtuali su tematiche specifiche e concrete – di Giorgio Santilli
LE DIFFICOLTA' ATTUATIVE
Un errore la scelta che stanno facendo alcune stazioni appaltanti di suddividere una sola procedura di gara fra due distinti RUP: non lo ammettono la centralità che la figura ha acquisito con il codice 36 e le funzioni che questo le attribuisce. Rispetto al passato il RUP è una persona e non un ufficio, dotato di professionalità e competenze specifiche. A ritardare la possibilità di nominare i responsabili di fase, l’assenza della figura tra i profili attivabili nella sezione Registrazione e Profilazione dell’ANAC – di Gabriella Sparano
LEGGE DI BILANCIO
Il costo della proroga dell’articolo 26 del DL 50/2022 sarebbe di 1,6 miliardi ma restano 620 milioni del Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche del MIT: usando quelle risorse come si è fatto in passato, la copertura scenderebbe a un miliardo, 600 milioni di competenza 2024 e 400 milioni di competenza 2025. Ma sul tema, che ancora una volta rischia di far saltare il cronoprogramma di numerose opere del Piano di ripresa e resilienza, è caduto il silenzio tombale. Inutilizzabili gli 1,6 miliardi del fondo infrastrutture del 2024-2026 perché destinati a nuove opere – di Giorgio Santilli
LEGGE DI BILANCIO
Le previsioni di spesa del nuovo stanziamento quindicennale 2024-2038 spostate avanti negli ultimi anni del periodo, i primi serviranno a programmare e progettare le opere. La parte più rilevante del finanziamento andrà al Ponte sullo Stretto che dovrebbe prendere da qui 10 miliardi dei 12 di costo complessivo, mentre per la partenza del cantiere il prossimo anno sono a disposizione 500 milioni, due terzi della dote del fondo. Le cifre sulla cassa nel Documento programmatico di bilancio, per le previsioni di competenza bisogna attendere il testo della legge di bilancio – di Giorgio Santilli
VIA LIBERA ALLA LEGGE DI BILANCIO DA 24 MILIARDI
Il comunicato di Palazzo Chigi parla di 27 miliardi destinati agli investimenti delle amministrazioni centrali nel periodo 2024-2038: è la consueta ricarica pluriennale del fondo infrastrutture la cui cassa è sempre spalmata negli anni più avanti del periodo. Conterà quanto di questi fondi sarà destinato al triennio 2024-:2026. Confermato l’aiuto di SACE per le garanzie e le fideiussioni che le imprese devono prestare negli appalti. Nessuna notizia invece sulla proroga al 2024 delle compensazioni per gli extracosti nelle infrastrutture PNRR e non – di Giorgio Santilli
A TRENTA ANNI DALLA LEGGE GALLI
Un paper di Utilitalia ricorda come l’Italia sia ancora divisa in due: gestioni efficienti contro piccoli in-house che servono più di metà della popolazione. Oltre 1.500 comuni hanno almeno un servizio di acquedotto, fognatura o depurazione gestito in economia. La regolazione di ARERA ha prodotto un balzo del 227% degli investimenti in dieci anni: mentre le società quotate in borsa investono 60 euro per abitante, le gestioni dirette si fermano a 8. I grandi gruppi contano su una finestra concessa dalla Ue per allargare il perimetro “orizzontale” e “verticale” senza gare – di Giorgio Santilli
PARLA IL SEGRETARIO DELLA FILCA-CISL
Serve una politica industriale che aiuti il settore a superare il gap tecnologico e di produttività: vanno create grandi banche dati nazionali che diano informazioni sui progetti avviati e sui loro rendimenti. Il Superbonus andava applicato solo alle periferie che oggi sono la priorità assoluta per aumentare l’attrattività delle nostre città: servono piani che mettano insieme incentivi ai privati, intervento pubblico e un sistema di monitoraggio che ci consenta di misurare le politiche evitando che ognuno se la canti liberamente – di Giorgio Santilli
ECONOMIA CIRCOLARE
Il basso tasso di circolarità non solo ritarda la transizione green dell’edilizia ma crea anche un’emergenza di saturazione degli impianti di stoccaggio che rischia di bloccare l’intera filiera: l’allarme in uno studio dei produttori di aggregati riciclati di ANPAR (Assoambiente) e dell’associazione demolizione ed economia circolare nelle costruzioni NADECO. Settori di sbocco potenziale sono ferroviario, stradale e aeroportuale. Servono incentivi e linee guida per favorire il riutilizzo. Pesano sul settore i decreti end of waste e sui criteri ambientali minimi (CAM) – di Giorgio Santilli
SEMPRE PIU' STALLO
Nessuna decisione ancora da parte del Governo ma prime aperture sulla possibilità di far rientrare nel Recovery i Piani urbani integrati (che valgono 2,5 miliardi). Fitto propone però una norma nel decreto-legge di novembre che imponga un impegno scritto ai sindaci (o ai dirigenti o ai RUP?) sul rispetto dei tempi concordati con Bruxelles. Il rischio della fuga dalla firma. Decaro (ANCI) esuIta. I tempi per definire un piano certo da proporre a Bruxelles si allungano ancora quando dovremmo avere già definito le modifiche al Piano per ricominciare a correre – di Giorgio Santilli